lunedì 28 maggio 2012

Manuali di scrittura: una selezione

Penso che ogni scrittore debba leggere dei buoni manuali di scrittura lungo il corso di tutta la sua carriera letteraria. I concetti sono spesso ripetuti, i casi degni di nota si assomigliano tutti, i consigli sono più o meno sempre gli stessi. Eppure questo è un vantaggio poiché, come dicevano i latini, repetita iuvant. E fanno imparare.

In questo post presento sei tra i manuali di scrittura letti negli ultimi mesi che più mi sono stati utili: tre sono nati in formato cartaceo e tre sono stati scritti su blog e siti online, quindi a disposizione di tutti. Ho cercato di variare e trovare dei testi caratterizzati da un'impronta ben precisa, in modo da permettervi di trovare quello più adatto a voi.
  • Franco Forte, Il prontuario dello scrittore: un agile volumetto che spiega alcuni concetti alla base della narrazione moderna e illustra i problemi più comuni rilevati nello stile degli esordienti, e non solo. Inoltre, offre suggerimenti su come proporre un manoscritto agli editori;
  • Massimo Birattari, È più facile scrivere bene che scrivere male: il titolo dice tutto, ma bisogna sottolineare il fatto che l'autore non si rivolge solamente agli autori di narrativa, ma anche a chi ha a che fare quotidianamente con la scrittura. I suoi consigli mirano comunque al raggiungimento di uno stile leggero, agile e semplice, valido pertanto in ogni genere di contesto;
  • Stephen King, On Writing. Autobiografia di un mestiere: si tratta di un libro a metà tra un'autobiografia e un saggio sulla scrittura. Se ne ricavano comunque interessanti indicazioni sul mestiere dello scrittore - specie quando si parla di rifiuti da parte delle case editrici;
  • Come scrivere un romanzo in 100 giorni: il concetto è interessante; una lezione al giorno per oltre tre mesi, così da arrivare alla fine del periodo con un testo nuovo di zecca tra le mani. Da consigliare a chi ama fare poco (ma con costanza) e a chi non sa cosa fare quest'estate;
  • I Manuali di Gamberetta: 1-Descrizioni; 2-Dialoghi; 3-Mostrare: lei è una blogger molto conosciuta in Rete soprattutto per le sue spietate recensioni di romanzi fantasy. Sostiene che al giorno d'oggi numerosi problemi di stile derivino dalla mancata osservanza di una semplice regola: "show, don't tell". Secondo questa legge, insomma, anziché raccontare che "Pietro era visibilmente stanco" bisogna mostrare la sua stanchezza: descrivere le occhiaie, lo sguardo spento, la testa a ciondoloni. Il lettore deve capire da solo che era stanco, un po' come capita nella vita di tutti i giorni quando incontriamo un amico e gli chiediamo: "Fatto le ore piccole?" Le esternazioni di Gamberetta nei confronti degli scrittori moderni - spesso nell'ambito fantasy - non sono sempre condivisibili, ma i suoi insegnamenti sono preziosi. E pure divertenti, il che non guasta. Da notare inoltre che di recente ha pubblicato un post sugli errori più comuni rilevati nei testi su cui lavora in qualità di editor. Da leggere con attenzione;
  • Corso di scrittura di Fabio Bonifacci: sceneggiatore e scrittore, ha realizzato il corso per rispettare una vecchia promessa; è suddiviso in cinque lezioni e, dalla quarta in avanti, è richiesta solamente un'iscrizione gratuita al sito per proseguire nella lettura. Bonifacci è un professionista, sa quello che scrive e si vede; il suo è un approfondimento a tutto tondo sulla professione dello scrittore e gli ostacoli che costellano il percorso verso la realizzazione di un testo (racconto, romanzo, sceneggiatura,...).

mercoledì 16 maggio 2012

La trasparenza di J. A. Konrath

J. A. Konrath è probabilmente il più importante e popolare paladino dell'autoproduzione letteraria che troverete in Rete. Acerrimo nemico delle politiche editoriali dei cosiddetti Big Six dell'editoria statunitense (Hachette, Georg von Holtzbrinck Publishing Group, Penguin, HarperCollins, Random House e Simon & Schuster), Konrath ha dimostrato i vantaggi di cui gode un autore indipendente nella maniera più semplice ed efficace: presentando cifre e dati relativi al suo percorso.

Konrath non ha nascosto niente: numero di copie digitali vendute, interazioni con altri blogger ed editori, metodologia di lavoro. Come nel caso di Amanda Hocking - di cui abbiamo parlato qualche tempo fa - bisogna considerare la sua carriera letteraria come una fulgida eccezione, ma certo è che lo scrittore 42.enne dimostra quotidianamente (e coi fatti) quali comportamenti dovrebbe adottare una Penna Indipendente.

Basta leggere qualche post del suo seguitissimo blog per capirne le strategie. Oltre a ospitare periodicamente altri blogger e professionisti del settore (ad esempio il grafico che gli disegna le copertine) Konrath è attivissimo nei commenti e prende costantemente posizione - talvolta anche in maniera irriverente - sulle notizie che coinvolgono Amazon e altre piattaforme di distribuzione digitale aperte agli autori indipendenti. Per avere un assaggio, vi consiglio di leggere il post che ha pubblicato lo scorso primo aprile.

Konrath è quindi riuscito nell'impresa di creare una rete di contatti attorno a sé e di diventare un faro dell'autoproduzione letteraria non solo in virtù del numero di copie vendute (800 mila e-book appartenenti ai generi mystery, thriller e horror), ma anche del suo impegno a condividere con gli utenti la propria esperienza. Non a caso il suo blog è intitolato "A Newbie's Guide to Publishing", traducibile come "guida di un novellino alla pubblicazione".

Come ventilato nel post dedicato all'autopromozione, un'ottima strategia per essere seguiti dagli altri autori (e lettori) è quella di condividere con loro i progressi fatti e gli errori commessi. Questo è il motivo per cui è nato questo Bildungsblog, questa è la ragione per la quale ogni Penna Indipendente dovrebbe essere attiva in Rete con sito Internet, blog e reti sociali.

mercoledì 9 maggio 2012

Passo #4: autopromuoversi (anche su Twitter)

C'è chi sostiene che lo scrittore debba scrivere e basta, lasciando all'editore il compito di pubblicizzare il libro, organizzare eventi promozionali e via dicendo. Io non ci credo. Trovo che l'autopromozione sia uno strumento importante nel caso di una pubblicazione con una casa editrice medio-piccola; figuriamoci nell'autoproduzione, dove è essenziale. Non esiste una formula magica: ognuno deve farla nella maniera che ritiene migliore per sé e per le tematiche toccate dal libro.

L'autore esordiente può ad esempio stampare dei biglietti da visita e distribuirli all'occasione, durante le fiere o gli incontri organizzati da altri scrittori. Può modificare la firma delle proprie e-mail, inserendo in calce l'indirizzo del proprio sito/blog o della pagina in cui si vende il volume. Può iscriversi a siti dedicati agli amanti dei libri (Anobii, Goodreads, Pickwik,...) e aprire topic in cui si parla di libri affini al nostro. In quattro sole parole: far girare la voce.

Per non rischiare di cadere nello spam, tuttavia, l'equilibrio è fondamentale. Non bisogna presentarsi in una nuova comunità pubblicizzando la propria opera a tutto spiano; verrete scambiati per dei piazzisti, e ignorati. L'ideale è iscriversi prima, interessarsi veramente ai contenuti condivisi e solo in seguito fare le proprie proposte, ma sempre con rispetto e tatto. Il messaggio deve essere infatti di sottofondo, in superficie dovete trasmettere altro. Questo discorso è valido soprattutto all'interno delle reti sociali e di Twitter, che a oggi mi sembra lo strumento più performante per autopromuoversi. Ecco perché.

  • Twitter è semplice. Basta scegliere un nome utente, inserire una fotografia e compilare una bio da 140 caratteri - magari con l'aggiunta di un link al proprio sito/blog - per essere pronti. I comandi sono basilari e legati a due simboli: la chiocciolina (@) che serve a contattare direttamente una persona e il cancelletto (#) che permette l'aggregazione dei tweet sotto un'unica etichetta. La sinteticità a cui obbliga questa rete sociale, inoltre, rende le cose immediate e intuitive;
  • Twitter è di moda. Dopo lo sdoganamento da parte dei VIP, la rete sociale si sta riempiendo di gente comune e soprattutto di professionisti che entrano in contatto tra loro grazie ai tweet;
  • Twitter facilita i contatti. Mentre su Facebook l'espressione "chiedere l'amicizia" limita automaticamente la sfera d'azione alla cerchia delle proprie conoscenze personali - dirette o indirette - su Twitter è perfettamente normale seguire utenti con cui non si ha alcun legame perché accettare il "following" di qualcuno non implica la condivisione di video, foto e indiscrezioni. I cosiddetti VIP lo sanno, e sono in pochi ad avere un profilo ufficiale e di cartone. Entrare in contatto con uno scrittore importante è possibile, qualche volta addirittura facile. E lo stesso si può dire degli addetti ai lavori di grosse case editrici - Mondadori, Feltrinelli, Fazi, ecc.;
  • Twitter permette ricerche mirate. Cito il mio caso: negli ultimi tempi miravo ad aggiornarmi sugli sport americani e a entrare in contatto con dei fan di lingua italiana. Invece di affidarmi ai motori di ricerca ho preferito selezionare un paio di corrispondenti dagli States che lavorano per la Gazzetta dello Sport e spulciare le loro liste di seguaci. Selezionando i profili più interessanti ora ho la possibilità di essere aggiornato sui playoff di NBA in diretta, sulle conseguenze del draft di NFL e sulla Stanley Cup in NHL. Stesso discorso sulla scrittura: ci sono Penne Indipendenti statunitensi che twittano continuamente articoli sul loro lavoro e su quello di altri autori;
  • Twitter è condivisione. Seguite un centinaio di persone con gusti affini ai vostri e almeno la metà vi seguirà a sua volta. Una volta costruita attorno a voi una folta comunità di persone che potrebbero essere interessate al vostro libro, dovete comunicar loro ciò che avete scritto. Condividere in maniera originale i contenuti della propria opera (con citazioni, indovinelli, riferimenti ai personaggi) può essere una buona idea.

Insomma, Twitter si sta affermando nel mondo della Rete. Può essere usato per promuoversi o semplicemente per godere di notizie sempre fresche, e di provenienza diversa. Ci vediamo lì? @MattiaBertoldi

venerdì 4 maggio 2012

Cinque link dedicati agli scrittori esordienti

Qualche settimana fa ho dedicato un post ai dieci consigli da seguire per (non) scrivere un buon libro e ho accennato all'importanza di informarsi su Internet per essere consapevoli degli errori più comuni commessi dagli esordienti.

Su invito di un ex compagno di università nonché lettore di Penne Indipendenti, parlerò qui di cinque portali (in due casi si tratta di forum) che non solo offrono aiuto e consiglio agli autori alle prime armi, ma rappresentano una ricca fonte di topic e discussioni su numerosi argomenti legati alla scrittura e all'editoria - in qualche caso, si discute anche di autoproduzione letteraria. Iniziamo.
  • http://aspirantiscrittori.forumcommunity.net/
    Il forum è suddiviso in numerosi sezioni dedicate a poesia, prosa, case editrici,... Oltre ai consigli per pubblicare un libro e ai consigli sulla scrittura creativa e le tecniche per comporre un romanzo, il sito offre spazi dove poter parlare di letteratura, musica e cinema;
  • http://www.danaelibri.it/rifugio/soccorso/
    Lo so, la grafica di questo sito è un po' antiquata, ma il Rifugio degli Esordienti ha il grande pregio di riunire in poche pagine tutte le informazioni fondamentali necessarie agli scrittori emergenti per destreggiarsi nel mondo dell'editoria senza cadere in trappola;
  • http://www.writersdream.org/forum/
    Il forum di Writer's Dream rappresenta la roccaforte di membri contrari all'editoria a pagamento. Da notare le liste di case editrici suddivise per categoria: a pagamento, free e a doppio binario (cioè che richiedono un contributo o meno in base al manoscritto). Le numerose testimonianze aiutano a evitare le false trappole.
  • http://autoriesordienti.blogspot.com/
    Un blog nato per dare consigli agli autori esordienti (da qui il titolo), ma che si concede anche interessanti digressioni sul mondo della scrittura e della letteratura in generale.
  • http://scrittorincausa.blogspot.com/
    Un blog molto utile che illustra le caratteristiche principali di un contratto di edizione. Non offre consigli agli autori esordienti, ma può motivarli a fare sempre meglio per arrivare all'ambita firma. Inoltre, possono farsi un'idea delle condizioni standard in caso di pubblicazione.