domenica 26 agosto 2012

Granieri, una voce da ascoltare e seguire

Chi si interessa di autoproduzione ed editoria digitale probabilmente il suo nome lo conosce già ma, nel dubbio, è giusto dedicargli un post. Sto parlando di Giuseppe Granieri (vedi qui la biografia), giornalista italiano che in questi mesi sta facendo molto per informare e dissolvere le perplessità del grande pubblico su e-book e compagnia bella. Anche grazie a Terza Pagina, la sua rubrica sulle pagine della Stampa (un indirizzo web da inserire immediatamente tra i link preferiti), Granieri dedica periodicamente pagine e approfondimenti all'argomento.

La natura dei suoi articoli per La Stampa è triplice. Innanzitutto Granieri svolge un servizio di rassegna stampa che tiene aggiornati i lettori sugli sviluppi del mercato mondiale. Per far ciò, il giornalista segnala alcuni articoli dei più importanti giornali internazionali (Stati Uniti e Gran Bretagna su tutti) e diversi post di blogger molto noti nel settore. Dopo una corposa introduzione in italiano ai diversi pezzi, Granieri aggiunge il link diretto all'articolo a cui fa riferimento affinché gli utenti anglofoni possano approfondire l'argomento. Questo post di Dean Wesley Smith intitolato "The Secret Myth of Traditional Publishing", ad esempio, l'ho trovato grazie a lui e merita sicuramente di essere letto per comprendere le differenze tra editoria tradizionale e autoproduzione letteraria.

In secondo luogo, Granieri si concede riflessioni legate al futuro che possono essere di grande aiuto alla Penna indipendente italofona, dato che il mercato digitale dalle nostre parti non ha ancora avuto quel successo che negli Stati Uniti pare già assodato e consolidato. "Istruzioni per vendere gli ebook tra un paio di anni" è un post illuminante che parla del passaggio dal mercato cartaceo a quello digitale e del conseguente stravolgimento delle nostre abitudini. "Il costo di questo slittamento - scrive Granieri - è che i contenuti (che siano video, notizie o romanzi) diventano abbondanti, mentre noi veniamo da un mercato disegnato per vendere i prodotti culturali come 'risorse scarse'." Una rivoluzione che ha effetto diretto su prezzi, modalità di fruizione e così via. Stesso discorso per lo scritto "Come avere successo con il self-publishing" che, a scapito del titolo, non offre formule magiche ma solo ottimi consigli.

Infine, ma più raramente, il giornalista attinge alla propria sfera personale per parlare dei dubbi del lettore medio sugli e-book, interrogativi quantomai attuali al giorno d'oggi. A tal proposito l'ultimo post del 22 agosto ("Il profumo della carta") è una lettura che consiglierei a tutti, siano essi sostenitori o detrattori dell'e-book. Nessuno escluso.

Per avere ulteriori informazioni su Giuseppe Granieri e su ciò che scrive, consiglio anche di visitare il suo blog personale BookCafe.net.

martedì 14 agosto 2012

Passo #6: conoscere i vantaggi - Manifesto dell'autoproduzione (decalogo)

Inutile negarlo: l'autoproduzione letteraria crea molto scetticismo tra i lettori. L'assenza di una casa editrice, presunta garante di qualità letteraria, spinge molti di loro a sentire puzza di fregatura e a ritenere l'autore indegno dei loro soldi. Eppure qualche volta bastano pochi minuti per illustrare ai detrattori le ragioni - spesso incontestabili - che stanno dietro a tale scelta. Ecco quindi perché intitolo questo posto "Manifesto dell'autoproduzione" ed elenco i dieci vantaggi dati dall'autoproduzione per la pubblicazione di opere in formato cartaceo e digitale.
  1. Libertà di impostare il prezzo. In un mercato digitale in cui gli ebook costano ancora troppo (media di 6-8 euro per quanto riguarda le grosse case editrici), la possibilità di decidere il prezzo di vendita può essere determinante. Stessa storia per il prodotto cartaceo, con l'autore che può fissare l'asticella in base al costo di produzione e alle percentuali dei distributori - se vuole affidarsi a essi per la diffusione del titolo. Inoltre, la penna indipendente può elaborare strategie di vendita con sconti in determinati periodi dell'anno, ad esempio nel periodo natalizio. Diversi autori importanti, inoltre, abbassano il prezzo delle proprie opere per un certo periodo e, una volta incrementate le vendite e scalate le classifiche, reimpostano il valore originale. Semplice, ma funziona.
  2. Si guadagna di più. Io non ho deciso di affidarmi all'autoproduzione per ragioni economiche, ma certo questo è un ragionamento che vale molto agli occhi di un interlocutore qualunque. Dalle mie parti un romanzo di 260 pagine viene venduto in media a 18-20 euro con ricavo dell'8-10% per l'autore (al massimo 2 euro, quindi). Con un qualunque Print on Demand (tipo lulu.com) è possibile vendere al medesimo prezzo con guadagno triplicato pur cedendo la tradizionale percentuale del 35-40% al libraio. Non parliamo poi degli ebook: un editore tradizionale offre il 25% dei ricavi, ma le piattaforme più importanti garantiscono alle penne indipendenti percentuali che vanno dal 50 all'80%. Anche in questo caso il vantaggio è evidente.
  3. Incassi immediati. Come è noto le case editrici tradizionali pagano i diritti d'autore una volta all'anno, solitamente attorno al mese di marzo. Fino a poco tempo fa credevo che i ritardi nei pagamenti fossero episodi rari, ma ho dovuto ricredermi dato che un mio amico attende da cinque mesi il versamento da parte di una casa editrice di medie dimensioni. L'autoproduzione, per contro, garantisce i pagamenti alla fine di ogni mese, via e-banking o assegno. E se uno scrive per avere qualche soldo in più a fine mese al fine di fronteggiare meglio spese e bollette, questo fa la differenza.
  4. Libera scelta della copertina. Dopo il prezzo, la copertina è la cosa che aiuterà di più le vendite del vostro libro. Questo punto può tuttavia rivelarsi un'arma a doppio taglio. Buon gusto e un bravo grafico possono portare a copertine eccellenti e visibili anche in formato ridotto, fattore indispensabile per colpire l'internauta sui vari shop online; un ulteriore vantaggio è dato dall'inesistenza di standard editoriali imposti dall'alto - pensiamo per esempio a determinati sfondi o caratteri utilizzati da alcune case editrici per le loro collane. Al contempo, tuttavia, la mancanza di mezzi adeguati potrebbe portare alla creazione di un un'immagine scarna e mal realizzata. Questo è uno dei tanti rischi dell'autoproduzione: si ha libertà su tutto, ma bisogna dimostrare di esser bravi a scegliere i collaboratori giusti (a tal proposito, ecco il post dedicato).
  5. Possibilità di accedere al mondo degli ebook. Sono ancora molte le case editrici che non offrono la possibilità di trasporre l'opera cartacea in ebook, e se questa è contemplata, la distribuzione digitale potrebbe avvenire solo su determinati portali. L'autoproduzione permette di aprirsi ai formati PDF, EPUB e MOBI senza limitazioni o costi aggiuntivi: basta dedicare un po' di tempo all'impaginazione e alla risoluzione di eventuali ostacoli informatici. Inutile aggiungere che il formato digitale amplia di molto le prospettive di vendita: grazie a Internet si può vendere (per esempio) a italiani residenti all'estero, con conseguente abbattimento delle frontiere.
  6. Assenza di lucchetti digitali. I DRM (Digital Rights Management) sono particolarmente odiati dai lettori di ebook poiché complicano il download e richiedono il puntuale aggiornamento del sistema; nonostante ciò, sono numerose le case editrici che ancora lo adottano. Autoproduzione significa poter decidere di levare questi lucchetti per favorire la diffusione dell'opera.
  7. Modifiche e aggiornamenti in ogni momento. Questo punto viene spesso sottovalutato, ma mi è tornato in mente di recente durante l'incontro con un autore. Mi ha detto che, dopo il buon successo riscontrato dal suo libro, aveva fornito al proprio editore una lista di correzioni da implementare in vista della seconda tiratura. Ebbene, i suggerimenti non sono stati raccolti e la seconda edizione è uscita con i medesimi errori della prima. Grazie all'autoproduzione qualunque editore è libero di modificare in tempo reale la propria opera ed essere certo che da quel momento in avanti nessuno si troverà confrontato a un errore marchiano o a un refuso. Inoltre, se l'opera tratta di un tema d'attualità, la penna indipendente può aggiornarla in base alle novità che emergono nel corso del tempo.
  8. Tempestività e scelta della data di pubblicazione. Se avete scritto un "instant book" o affrontate una tematica legata a un preciso periodo (ipotizzo: un libro sulle celebrazioni di Halloween) l'autoproduzione vi permette di pubblicare nel periodo che più preferite. Questo vantaggio non è da sottovalutare: conosco autori che hanno dovuto rinviare la pubblicazione del proprio romanzo di mesi e mesi poiché il momento era giudicato poco propizio. E senza possibilità di replica.
  9. Anteprime a proprio piacimento. Io sono convinto che regalare un buon numero di pagine al lettore sia l'arma più efficace per convincerlo della propria bravura e della validità del libro. Sono poche le case editrici che caricano sul proprio sito tot pagine di anteprima scaricabili gratuitamente, e spesso si tratta solo del primo capitolo. Grazie all'autoproduzione uno può scegliere di offrire metà dell'opera o più a chiunque lo richieda, sperando così di incuriosire l'utente e portarlo all'acquisto. Io ho fatto proprio così con "Quelli del bar Bocc" su Smashwords: la prima metà del testo (oltre 50 pagine) sono disponibili a tutti.
  10. Investimento sul medio-lungo termine. Un contratto editoriale standard prevede che l'autore cedi i diritti dell'opera per 15-20 anni. Nonostante il lungo periodo di tempo, spesso l'impegno e l'appoggio della casa editrice si consumano nel giro dei primi 6-12 mesi. L'autoproduzione vi pone al pieno comando della vostra opera senza limiti di tempo e vi rende responsabili di ogni scelta relativa ad essa. Ipotizzando il contratto con una casa editrice tradizionale e la vendita di 1000 copie cartacee (un ottimo risultato per un esordiente!) nel corso del primo anno, la grande domanda è: siete sicuri che in dieci, quindici o vent'anni non riuscirete a ottenere lo stesso risultato grazie ai vostri ebook e alle copie cartacee appositamente stampate?